Step 6: nel cassetto
Eccolo, il girocollo con il Disco di Festo.
L'ultima vacanza l'ho trascorsa nel Peloponneso e, fin dal primo momento, mi sono sentita attratta da questo monile. Manco fossi una gazza ladra, non ho potuto fare a meno di acquistarlo.
Scrive Luigi Pernier, direttore dello scavo italiano a Festòs (che oggi, a suo modo, continua), nel luglio del 1908 di un «trovamento
importantissimo [...] un disco di terrac[otta] (diametro
0,16-0,165, spess[ore] 2 cm circa), di terra assai fina e compatta color
mattone, disco intatto con una faccia coperta di segni pittorici minoici,
impressi con stampini e disposti in cerchi concentrici (3 cerchi intorno ad una
targhetta centrale) distinti fra loro per mezzo di circoli
graffiti; anche i diversi gruppi di segni sono tra loro distinti con linee
graffite».
Risalente al 1600 a.C. circa, fu ritrovato in un vano seminterrato appartenente al sito minoico del Palazzo di Festo a Creta e resta a oggi un unicum. Sia per il tipo di scrittura che per la forma, come oggetto in sé oltre che per il contenuto dell'iscrizione, a oggi non è ancora stato decifrato: è semplicemente noto che si tratta di 45 segni ricorrenti che furono impressi sull'argilla fresca grazie all'impiego di stampi.
Si dice che Nulla succede per caso e, con il senno di poi, è interpretabile come un incitamento, un sincronismo, un ulteriore spinta nella direzione dello scrivere intesa non solo come azione finalizzata a questo corso e blog ma, a questo punto, come necessità.
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