Pensieri sparsi

                                                      

Una prima suggestione l'ho avuta in occasione di una recente seduta dal dentista per una detartrasi. Credo che l'igienista soffrisse di una qualche mania perché al termine dell'operazione ha esclamato con uno strano tono "bene, adesso va bene", quasi sfregandosi le mani dalla soddisfazione e con un luccichio negli occhi. Ho allora immaginato un dentista che, ossessionato dall'orrore di una bocca imperfetta e dalla mancanza di denti, si prodighi giorno dopo giorno per evitare quante più estrazioni possibili nonostante le pinze esercitino su di lui un gran fascino, a cui era difficile resistere.

Eppure non mi sembrava un pensiero particolarmente inedito, dovevo aver già sentito o letto da qualche parte un che di simile; all'improvviso, mi sono tornate in mente le note di "Meri Luis" di Lucio Dalla.
Riporto i versi in questione:
"[...] il dentista aspettava il sabato
con la moglie e tre figli era già pronto per il mare
[...] il dentista si è innamorato di un dente
lo accarezza non vuole fargli male [...]".
Quest'ultima frase ben descrive il sentimento che prova lo specialista.
Ma quali sono le macchine che sono riuscite a sedurre il dentista e che lo accompagnano nella sua "missione salvifica"? Di cosa si compone il suo strumentario?

La postazione-poltrona è attrezzata il giusto: è reclinabile, possiede due braccioli, un piccolo lavello con un rubinetto dedicato, un braccio-luci regolabile grazie alle maniglie laterali al pannello, un'appendice con ripiano porta attrezzi scintillanti e, infine, un ulteriore supporto strumenti a lato del paziente.

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