La cinematografia, definita la settima arte cent'anni fa dal critico Ricciotto Canudo in occasione della fondazione della Gazette des sept arts, è considerata come l'espressione artistica che unisce nelle sue opere l'estensione dello spazio con la dimensione del tempo.
Tale sintesi «parte dal presupposto che le due arti fondamentali sono la musica e l'architettura, che hanno generato, direttamente o indirettamente, le due arti secondarie che da essa derivano: la musica ha generato la poesia e la danza, l'architettura ha generato la pittura e la scultura; questo "circolo in movimento" si conclude nella settima arte, la cinematografia, che è fusione delle sei arti precedenti e loro culmine, serie di quadri in movimento, arte plastica che si sviluppa secondo le norme dell'arte ritinica. Il cinema è nato per essere la rappresentazione totale dell'anima e del corpo, "un racconto visivo fatto con immagini, dipinto a pennellate di luce", e, se il teatro altro non è che un'espressione "individuale", esso sarà un'espressione "visuale e collettiva", per cui cesserà di essere la copia di quello, che a sua volta è la copia della vita.»
L'azione dello "Scrivere" relazionata con il cinema assume, a parer mio, almeno tre declinazioni:
- Scrivere di cinema grazie alle recensioni dei critici (scopro in tale occasione l'esistenza del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani), a blog e siti specializzati. Impossibile non citare "il Morandini", dizionario enciclopedico edito annualmente da Zanichelli dato alle stampe per la prima volta nel 1998.
- Scrivere il cinema, "operazione" espletata dallo sceneggiatore solitamente inteso in senso lato andando quindi a comprendere tutte quelle figure che, con funzioni specifiche, contribuiscono alla stesura del testo. Segue un esempio su pellicola:
Sunset Boulevard (uscito in Italia con il titolo di Viale del tramonto), regia di Billy Wilder,
sceneggiatura di Charles Brackett, Billy Wilder e D.M. Marshman Jr., 1950
Joe Gillis (interpretato da William Holden), è uno sceneggiatore squattrinato che cerca riparo in una vecchia villa all'apparenza abbandonata per eludere i suoi creditori ma, al suo interno, trova Norma Desmond (Gloria Swanson). Vecchia star del cinema muto che non ha ormai più legami con il mondo cinematografico, offre ospitalità a Joe, di cui si è invaghita, a una condizione: dovrà scrivere una sceneggiatura in grado di riportarla alla ribalta. Il protagonista accetta per convenienza la relazione ma nottetempo frequenta la giovane Betty Schaefer (Nancy Olson), con la quale inizia una sceneggiatura a quattro mani. Tale doppia vita non avrà lunga durata.
- Scrivere nel cinema: film biografici e non, che hanno per protagonisti poeti, scrittori o giornalisti. Seguono esempi su pellicola:
The Shining, regia di Stanley Kubrick, 1980
Prendendo spunto dall'omonimo romanzo di Stephen King, Kubrick gira la sua versione della storia della famiglia Torrance dove un Jack Nicholson sedicente scrittore, porta con sé moglie e figlio - quest'ultimo dotato di luccicanza, dote extrasensoriale che gli permette di comunicare con la forza del pensiero oltre che avere visioni - all'Overlook Hotel che, come ogni inverno, necessità di un guardiano che se ne prenda cura. L'impianto turistico non è però lieu de plaisirs e anzi, rivela piuttosto in fretta la sua natura tormentata contagiando il capofamiglia. Capote (Truman Capote - A sangue freddo), regia di Bennett Miller, 2005
Film basato sulla vita di Truman Capote, scrittore americano interpretato dallo scomparso Philip Seymour Hoffman. Come suggerisce il sottotitolo nella versione italiana, la pellicola si concentra sulle necessarie ricerche che Capote svolse per la scrittura del suo ultimo testo A sangue freddo, analisi e cronaca del massacro di una famiglia del Kansas.
Il giovane favoloso, regia di Mario Martone, 2014
Pellicola incentrata sulla vita di Giacomo Leopardi, poeta magistralmente interpretato da Elio Germano.
The French Dispatch of the Liberty, Kansas Evening Sun, regia di Wes Anderson, 2021
Protagonista è Arthur Howitzer Jr. (Bill Murray), direttore del giornale che dà il titolo breve al film - The French Dispatch - muore a causa di un infarto. Come da sue volontà e insieme a un necrologio, l'ultimo numero del giornale vede la ripubblicazione dei migliori articoli del passato prima della sua definitiva sospensione.
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